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Apicoltori in Ucraina durante la guerra

Ucraina, un viaggio verso una guerra ormai senza fine, dove un popolo si trova a difendersi con tutte le sue forze. Questa è forse la sfida più difficile per le giovani Sofia e Nicole, desiderose di comprendere gli effetti devastanti che la guerra ha causato agli insetti impollinatori.

Tra le foreste dell'Ucraina, c'è un miele meraviglioso, e le api lavorano instancabilmente prima dell'arrivo dell'inverno.

Un giorno, in un'area ancora lontana dalla guerra, incontrano un apicoltore. Si trovano nelle foreste della Polesia, a nord dell'Ucraina, dove le api raccolgono il nettare da circa 250 piante selvatiche, dando vita a un miele complesso e affascinante.

Le api bottinano e producono miele dalla primavera all'autunno. Quando l'erica prevale tra le piante, il miele assume una tonalità medio scura con riflessi rossastri, un aroma delicato e un sapore piacevole, talvolta leggermente astringente o amaro. Il miele viene accuratamente immagazzinato nelle cellette e asciugato dalle api per evitare che fermenti.

L'apicoltore che Nicole e Sofia hanno incontrato non si occupa solo del miele, ma produce anche pane d'api, pappa reale, cera, propoli e nettare. I loro alveari artificiali differiscono dai nostri: li sistemano in alberi cavi o li appendono sui rami più alti, dove le colonie di api si insediano e gli apicoltori raccolgono il prezioso nettare. Un alveare a tronco produce in media tra i 10 e i 20 kg di miele all'anno, e i favi intagliati con il miele all'interno vengono conservati in recipienti di ceramica o di legno.

L'apicoltore racconta con passione che il miele delle api selvatiche è noto in Polesia fin dal X secolo. In passato, veniva prelevato dagli alveari naturali, ma solo successivamente furono introdotti gli alveari in tronchi cavi. Questo è un antico mestiere dei Polesiani in Ucraina, che va preservato e considerato un prezioso esempio. Ritornando spesso alle pratiche di un tempo, le api vivono meglio nel loro habitat, lontane dall'acqua, dallo zucchero e dagli antibiotici utilizzati dai moderni apicoltori.

L'apicoltore spiega: "Il miele è ancora un elemento importante nelle feste familiari e nel calendario dei Polesiani, simbolo di prosperità, amore e ricchezza. Un tempo, era consuetudine regalare alveari a tronchi cavi in occasione di un matrimonio: il vecchio proprietario continuava a prendersene cura e donava il miele prodotto alla giovane famiglia. Il miele veniva utilizzato per preparare piatti e bevande rituali e quotidiane (acqua di miele, kutia - un budino di bacche di grano, kolyvo - grano bollito con uvetta, lenticchie, composta, ecc.). Veniva anche mescolato con decotti di erbe medicinali o infuso con distillati e consumato come rimedio medicinale. Tradizionalmente, erano gli uomini a dedicarsi all'apicoltura e gli alveari a tronco venivano tramandati di generazione in generazione, raggiungendo talvolta anche i 100 anni di età."

Purtroppo, l'apicoltura a tronchi cavi rischia di scomparire a causa degli effetti della guerra. Non solo gli uomini sono partiti per combattere, abbandonando l'apicoltura, ma in molte altre zone, a causa dell'inquinamento, le api e tutti gli impollinatori hanno fatto ritorno. Nonostante la loro giovane età, Nicole e Sofia osservano con tristezza le devastazioni della guerra, rimanendo lontane dalle campagne perché i russi hanno seminato numerose mine antiuomo. E ancora peggio, negli occhi dei bambini c'è il terrore quando suona l'allarme e devono correre nei rifugi antibombardamenti.

Penso che la guerra sia il più grande errore dell'uomo, anche se in Ucraina, come in Russia, l'area dell'apicoltura è notevolmente diminuita a causa della monocultura e della deforestazione. I veleni tossici della guerra hanno generato tutte le altre calamità.

Solo alcune comunità locali, come ci spiega il nostro amico apicoltore, sono consapevoli del valore della tradizione apistica a tronchi cavi e la promuovono. Nicole e Sofia sperano che la guerra finisca presto e che coloro che l'hanno causata si rendano conto del male inflitto, non solo a bambini, uomini e donne, ma anche al nostro amato ambiente e alle nostre api, che per molti decenni non popoleranno più quelle terre. Questi errori umani non dovranno ripetersi se vogliamo continuare a convivere con le api e a salvare il nostro pianeta.

Nicole e Sofia, con il cuore pieno di tristezza, lasciano l'Ucraina, ma hanno la speranza che le preziose tradizioni degli apicoltori nonni possano essere tramandate e risorgere attraverso i giovani con le giuste lezioni. Il loro sogno è che si formino associazioni per la salvaguardia e la promozione dell'apicoltura nelle zone ancora incontaminate dell'Ucraina. Una triste esperienza che, sperano, possa essere utile per un cambiamento futuro.

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